Tandem, 1993
“Tandem”: una rivista per… amore, «Rosetum», 3 (1993) pagine 19-20.
Testo della recensione
Promossa e sostenuta dai frati minori cappuccini. Proprio così. Perché il francescanesimo è il movimento aperto a tutta la realtà umana. In tutti i suoi aspetti.
La linea è dichiaratamente cristiana: “Rivista di formazione della coppia cristiana”. Della coppia formata o “da formarsi”. Anche della coppia che non c’è: ma che sta alla base del cuore umano. Della coppia cui aspiriamo: tutti. Il cristianesimo non ha paura delle attese del cuore umano. Né delle sue ansie.
Gesù ha benedetto le nozze di Cana. E ha atteso la Samaritana: “L’uomo che ora hai, non è tuo marito”. Perché? Che cosa mancava? Non sono, però, questi gli interrogativi della rivista. Queste sono domande che mi si sono presentate adesso: solo per far intendere una cosa: Gesù non ha avuto paura, né tuttora ha paura chi ha creduto in lui, delle problematiche d’amore.
La rivista non è una risposta a queste, né ad altre, domande. Lo ha ben precisato Nazareno Fabbretti, frate minore che si è assunto la cura e la responsabilità della rivista. A quegli interrogativi è la teologia, per un verso, che risponderà; per altro verso, la filosofia, con le rispettive riflessioni da offrire; per altri aspetti sono le scienze, dalla psicologia alla sociologia, ed altre ancora, a dare una parte di risposta. In questa rivista scrivono, sì, professionisti esperti in diverse discipline e scienze, come illustrerò; ma è dall’esperienza immediata che si intende partire, per parlare delle attese e delle speranze, delle difficoltà e delle possibilità in un campo che, antico e perenne come l’uomo, oggi forse conosce un’immensa povertà. “Distratti” da una società che guarda disumanamente al danaro, che vive troppo spesso per la “carriera” – fosse pur solo la “scalata sociale” -, elude le ragioni del cuore.
E noi ci troviamo spaventosamente “soli”!
Alla solitudine è dedicato più di un articolo del primo numero di “Tandem”. Può sembrare strano: oggi, in cui le relazioni sociali sono così aperte! Oggi, in cui le amicizie incominciano in età scolare, e in cui sussistono – sembra! – minori diffidenze nei luoghi di lavoro! Ebbene, sì. Oggi è troppo facile riempirsi di altro, appunto delle ambizioni sociali e soprattutto eludere le domande sul proprio vissuto profondo, sentir parlare il cuore… Discoteche, luoghi di lavoro…, poi televisione e magari riviste disinibite…: quanto, di tutto ciò, serve per “scendere” nelle più intime fibre dell’animo e del cuore? Ci si incontra, ma non ci si “avvicina”… La solitudine non è essenzialmente una situazione esterna: è innanzitutto una condizione dell’animo. L’osservazione, che può sembrar consolatoria tanto è ripetuta in giro, merita invece un reale approfondimento: perché è dalla soluzione di questo problema esistenziale che poi si potrà superare la stessa solitudine materiale. Ho preso spunto, per questo primo flash, da un articolo di Paola Cappa inserito nel primo numero della rivista: come si vede, “Tandem” affronta tutto l’universo che attiene all’affettività. Sapientemente Eric Fromm ha ricordato, in Arte d’amare – ed è sempre utile ribadirlo -, che prima di tutto bisogna far vivere i sentimenti, aprirsi agli altri, “amare universalmente”, per riuscire poi ad “incontrar” qualcuno. Ecco dunque un campo che la rivista coltiverà: far capire che non si può essere “chiusi in se stessi”. L’amore è una necessità.
Esige una continua educazione interiore. Se non si è “se stessi” come esseri “amanti”, quale è appunto l’essere umano, si incontrerà, magari, sì, qualcun altro essere umano: ma lo si incontrerà “male”. Senza “amore”. In questo senso varranno le riflessioni di Giuseppe Brondino, che significativamente intitola il suo primo pezzo, per la rubrica “Psiche”: “Ci vogliono amici”.
La rivista intende anche costituire un mezzo – del tutto serio – per far conoscere tra loro persone sole in vista di un eventuale matrimonio: “annunci per la coppia”. Questa è la rubrica che forse ha fatto più parlare di sé: la rivista è stata già anticipata da quasi tutta la stampa nazionale. Ma questa rubrica è solo un tassello, sia pur interessante.
C’è ovviamente anche la rubrica delle lettere al direttore: su tutti i problemi, “ordinari e straordinari”, per esprimermi con le parole del curatore. Nulla è esorcizzato. Tutto deve trovare una risposta. Ma il panorama degli interventi è assai più ricco. Importantissime, e a prima vista sorprendenti, risulteranno le considerazioni di psicologia sulla falsità di quei meccanismi di difesa con i quali ci si barrica dietro opportunistiche sicurezze che nascondono la menzogna inconsapevole. Qui si smaschera – ma tutto è sempre trattato, in “Tandem”, con delicato rispetto dell’uomo inconsapevole – la scelta “comoda” delle relazioni false: per amare, innanzitutto occorre limpidità – non chiamiamola “onestà”, che vien di conseguenza! Chiarezza con gli altri: che suppone innanzitutto chiarezza con se stessi. In quali relazioni? In tutte! Con i genitori, coi figli, con i fidanzati, i coniugi. E con Dio no? Certo. Con tutti. Non beffiamo noi stessi. Non bariamo con nessuno.
Men che meno con Dio. E con il prossimo? Vogliamo giocare con il prossimo? Chiariamoci le idee, chiariamoci i sentimenti. Ne fa avvertiti Ottavio Losanna. Un “rapporto” falso con Dio è blasfemo. E con il prossimo? È blasfemo un po’ meno? Quale prossimo? Chi è, costui? L’ho detto: ciascuno. Dal compagno di scuola – il primo impulso! – al coniuge legalmente “sacramentato”. Chiarezza! E umiltà. Senza umiltà, non c’è Gesù. E per noi non c’è neppure Francesco. Non aver paura del cuore! Mi viene ora in mente l’amicizia coltivata da Francesco d’Assisi: come era bella, per lui, l’unione degli animi! Con chi? L’ho detto prima: con tutti. Anche con una donna che gli suscitava un senso vivo, profondo, spontaneo di “comunione”? Era Jacopa dei Sette Soli. Umanità, dunque, ma non senza la “Parola” del teologo, qui impersonata nell’omonima rubrica da Bernardino Prella, domenicano. Dalla teologia alla vita: sempre partendo, come s’è detto, dalla realtà umana. In particolare Irma Antonelli scava e registra storie di vita vissute, il sociologo Franco Garelli indaga sulla predisposizione alla vita d’amore: i giovani, oggi, vi si preparano, L’amore non è l’incanto di un giorno: è il percorso di un’esistenza, a partire dalla prima adolescenza. L’ulivo non è una melanzana che un bel giorno fa venir fuori le olive! Rubriche di attualità internazionale – raccolte in tutto il mondo da Luciana Lain, esperta in missionologia -, di turismo emozionante – preparate da Maria Grazia Casella, specialista in deliziose descrizioni paesaggistiche -, o di natura legislativa – questa, curata dall’avvocato Migliori, ben noto -, e d’altro genere amplificano i riflettori, così come interviste a persone importanti – ma non si scade nel divismo, mai e poi mai! -, che hanno vissuto vicende da offrire all’attenzione di tutti. In questo numero Chiara Dominici titola “La Sirenetta” il suo pezzo al riguardo. Molti sono comunque i problemi che la vita emotiva pone a molti: ne tratta di volta in volta, focalizzando un problema particolare, Maria Teresa Traversi, questa volta sul “week-end” trascorso in solitudine. Solitari per forza o per vocazione, occorre imparare a star “bene con se stessi”, se si vuole “far star bene gli altri”. Quando ci si incontra! Né mancano le “memorie” d’altri tempi: l’amore è antico come il mondo. Luciana Lain narra degli amori dei grandi personaggi: questa volta è il turno di Napoleone e Giuseppina. E, poi, anche l’amore nella letteratura: luogo privilegiato, insieme all’arte figurativa, della rappresentazione del cuore umano! Nulla, di ciò che è umano, mi è alieno, disse Terenzio. Così dice “Tandem” con spirito cristiano, più aperto all’universalità. Perciò c’è anche il “bon-ton” di Franca Ottavi, che in questo numero guarda al ballo; la “cucina”, redatta da Frate Indovino: perché anche per la “gola” passa un’intesa! La grafologia, curata da Felice Montaldo; e gli “arcana”: non un è vezzo dei giorni nostri, ma una seria e simpatica rivisitazione degli antichi strumenti di conoscenza del mondo, felicemente e competentemente offerti da Merlino. Senz’altro l’impaginazione grafica è da migliorare, nei successivi numeri. Ma credo ci sia da attendersi comunque cose buone.
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