Rosati, Butterini, Erasmo, 1987,1989
L’insegnamento religioso nelle scuole e l’educazione cristiana, recensione di Lanfranco Rosati, La religione come forma e valore di cultura, Città di Castello, Marcon, 1988, pagine 118; Emilio Butterini, La religione a scuola. Dall’Unità ad oggi, Brescia, Queriniana, 1987, pagine 266; Erasmo da Rotterdam, La formazione cristiana dell’uomo, Introduzione, traduzione, prefazione e note di Edilia Orlandini Traverso, Milano, Rusconi, 1989, pagine 471, «Rosetum», 1-2 (1990) pagina 25.
In copertina: Hans Holbein il Giovane (1497-1543), Ritratto di Erasmo da Rotterdam (particolare), collezione Conte di Radnor, Longfort Castle, Salisbury, grafica di Mario Monge
Testo della recensione
Presento qui due libri, ambedue incentrati sulla formazione del cristiano nel contesto della scuola: un problema essenziale ed estremamente attuale, nel senso che è un’esigenza di coloro che operano nella scuola e anche di coloro che, benché ad essa estranei, vogliono capire qualcosa sull’argomento. Uno dei volumi, redatto da un valido professore universitario, Lanfranco Rosati, La religione come forma e valore di cultura (Editrice Marcon, Città di Castello 1988, pp. 118), in una prima parte espone con chiarezza i criteri dell’insegnamento della religione nelle scuole; nella seconda parte offre un quadro preciso e documentato dell’attuale situazione circa l’insegnamento scolastico della religione in Italia. Il lavoro del Rosati serve dunque non solo ai maestri e ai professori, ma anche ai genitori e ai giovani che hanno tutto l’interesse di sapere quali siano i termini giuridici di quell’insegnamento che è un obbligo dello Stato e un diritto dei cittadini del nostro Paese, e al contempo hanno il piacere di conoscere alcuni temi di cultura religiosa. La trattazione, semplice e lineare, è infatti così suddivisa: come gli uomini parlano di Dio, e cioè quale sia il linguaggio sacro; come gli uomini vivono Dio, e cioè quali siano i caratteri della religione nella società; come gli uomini cercano Dio, e perciò quali siano gli ambiti della scienza e della teologia e i loro reciproci rapporti; come gli uomini ritrovano Dio, e quindi quali siano le dimensioni dell’umanesimo e della religiosità. Chiesa e Stato non devono contrapporsi nell’insegnamento della religione cattolica, ma completarsi tra catechesi, da riservare alla Chiesa, e “cultura” cristiana, da affidare allo Stato nella scuola. Con il Concordato del 1929 si è invece assistito ad un carico, assunto dallo Stato, di impartire anche l’insegnamento catechistico nelle scuole. Ciò non è ritenuto dall’autore il miglior criterio per concorrere alla formazione del cittadino sul piano della opportuna conoscenza della storia cristiana e della coscienza religiosa: ogni istituzione è giusto, ed è bene, che si assuma responsabilmente le sue competenze specifiche, operando nel proprio settore con onestà ed alacrità.
È una tesi che mi trova pienamente consenziente anche sulla base della mia esperienza. Ai cittadini studenti lo Stato deve garantire una onesta e corretta informazione culturale, mentre ai fedeli – giovani e non giovani – la Chiesa, attraverso le sue ramificazioni territoriali, deve impartire le puntuali nozioni ed interpretazioni circa la verità di fede e circa i principi morali. Ugualmente meritorio, in questo campo, è il libro di E. Butterini, La religione a scuola. Dall’Unità ad oggi, Queriniana, Brescia 1987, pp. 266, con taglio più storico. La prospettiva storica è esauriente e rigorosa, pur avendo come mira un pubblico non tanto di specialisti, quanto di operatori scolastici, che abbiano a cuore la questione attualissima e scottante dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. La tesi del Butterini è anch’essa nel senso della precedente: l’insegnamento cattolico nelle scuole non deve essere un doppione di quello fuori della scuola, né in antagonismo: deve invece integrarlo, attraverso una riflessione e uno studio di livello “culturale”, cioè storico e scientifico, inserito in un più vasto panorama di indagine nel mondo delle culture e delle religioni. È in tale contesto di riflessione che lo studente cattolico dovrebbe avere, a scuola, una visione integrale integra della sua professione confessionale: nel rapporto con gli sviluppi della società e delle società – anche non occidentali -, e in riferimento alle concezioni filosofiche e letterarie delle varie epoche, lo studente può e deve approfondire i valori del cristianesimo. Il che potrebbe interessare non solo i cittadini cattolici che frequentano la scuola, ma anche gli utenti della scuola non cattolici o non praticanti. A completamento del discorso, presento un’eccezionale opera edita da Rusconi, che raccoglie, a cura di Edilia Orlandini Traverso, alcuni scritti di Erasmo da Rotterdam, che potrebbero ben costituire una lettura per gli studenti nelle “ore di religione” nelle scuole, anche se essa è certo utilissima a tutti i credenti e agli uomini di cultura: Erasmo fu uno degli intellettuali più vivaci ed acuti all’epoca della controversia tra cattolicesimo e luteranesimo. L’antologia qui raccolta è tutto un programma di educazione cristiana: essa comprende L’educazione precoce e liberale dei fanciulli, che rappresenta un vero e proprio trattato di pedagogia religiosa; il Manuale del soldato cristiano, che riflette la concezione della “imitazione di Cristo”, per una meditazione interiore e per una vigilanza attenta su se stessi; L’educazione del principe cristiano e l’Esortazione allo studio della filosofia cristiana, in cui si sottolinea il valore degli “affetti” nello studio del pensiero cristiano. Convinto dell’importanza dell’educazione cristiana dei giovani e degli adulti, Erasmo riscopre e presenta, al contempo, le esigenze del “cuore”, nella pratica cristiana, e quelle di una conoscenza esatta della cultura del proprio tempo. La stimolante opera si intitola La formazione cristiana dell’uomo, Rusconi, Milano 1989, pp. 471. [Francesco di Ciaccia]
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