Nangeroni, Salimbene, Heinzelmann, Cattaneo, 1988, 1989
Una collana editoriale per le religioni, recensione di Alessandro Nangeroni, I segreti della Cabbalà. Storia di una tradizione mistica, Milano, 1988, pagine 192; Salimbene de Adam, Storie di Santi, Profeti e Ciarlatani, traduzione, introduzione e note a cura di Vittorio Dornetti, Milano, Xenia, 1989, pagine 223; Gertrud Heinzelmann, Donne nella chiesa. Problemi del femminismo cattolico, Milano, Xenia, 1990, pagine 288; Gabriella Cattaneo, Il luogo di culto nella storia, Milano, Àncora, 1989, pagine 217, «Rosetum», 5 (1990) pagine 22-23.
In copertina di Alessandro Nangeroni, I segreti della Cabbalà e di Salimbene de Adam, Storie di Santi, Profeti e Ciarlatani: grafica di Riccardo Grazioli
In copertina di Gertrud Heinzelmann, Donne nella chiesa: Hans Memling, W. e B. Morcel, trittico (particolare), Stedelijk Museum, Bruges
Testo della recensione
L’Editrice Xenia ha creato una collana, “I libri della clessidra”, diretta dall’Ordinario di Storia del Cristianesimo dell’Università degli studi di Milano, Attilio Agnoletto, dedicata alle religioni, comprese quella ebraica e quelle etnologiche (non “rivelate”). Lo scopo di questa variegata presenza culturale è di far conoscere le molteplici esperienze religiose agli uomini di una società contemporanea coimplicata e legata a livello internazionale. È inoltre nuova la linea di voler divulgare gli aspetti meno noti delle religioni: non si tratta dunque di catechismi né di sintesi tradizionali delle dottrine. Ad esempio, la collana ha esordito con un libro di testimonianze sulla “religione popolare” in Lombardia (Il fantastico e il mistero, di Giovanna Salvioni) e con la traduzione, la prima in assoluto, di un’opera del card. Federico Borromeo sulla “mistica naturale” ai suoi tempi, con una lucida introduzione esplicativa. Qui presento alcuni degli ultimi titoli. Alessandro Nangeroni, I segreti della Cabbala. Storia di una tradizione mistica, 1988, pp. 192, fa conoscere quella corrente mistica dell’ebraismo che si sviluppò organicamente nel II secolo d.C. come “indagine spirituale sulla vita intima di Dio” e come ricerca di quell’unione dell’uomo con Dio che esisteva prima del peccato. La Cabbala dunque non ha a che vedere con alcunché di “magico” e di tenebroso, come ha ritenuto il pensiero razionalistico occidentale e come molti oggi continuano a credere e magari a far credere agli altri. Come ogni conoscenza mistica, ovviamente la Cabbala si nutre di immagini simboliche, che, nel caso, sono le lettere, i numeri e le voci della Bibbia. Ma essa ha prodotto non soltanto la “mistica delle combinazioni”: ha anche espresso vere e proprie preghiere di altissimo sentimento. Il Nangeroni le riferisce fedelmente, dopo aver costruito un panorama storico che arriva fino ai nostri giorni. In “Identikit di un cabbalista del XX secolo”, l’autore lo rappresenta in questi termini: oltre che conoscitore profondo della Bibbia, è un “uomo buono, ama il prossimo; fa l’elemosina per dire a se stesso che quello che possiede non è tutto suo; è povero nel senso che per sé destina il poco che serve all’esistenza; ama il lavoro” e poi “rispetta rigorosamente le regole ebraiche dell’alimentazione”, ecc. In conclusione, il libro di Nangeroni è utile a tutti per sapere gli aspetti storici e dottrinali, ma anche pratici e spirituali, della complessa e ricca religione ebraica: così vicina, nelle sue radici, a quella cristiana. Come diceva San Paolo. Vittorio Dornetti, con una lucida e chiara introduzione sulla “santità vera e falsa nel Medioevo” – che esige una media cultura che i frati e i loro assistiti senz’altro avranno, almeno entro l’ambito del francescanesimo – offre in antologia e in traduzione italiana la Cronica di Salimbene de Adam, un francescano cronista tra i più affascinanti ed estrosi del medioevo: Storie di Santi, Profeti e Ciarlatani, 1989, pp. 223. Il Frate presenta un quadro inquietante e vivace – che non è bene rimuovere con la scusa che la religione è fatta di buoni sentimenti tranquillizzanti ed assonnati – del “quotidiano” medioevale e religioso, in cui campeggiano asceti veri e asceti falsi (nel giudizio del Salimbene, s’intende! Ma questa è vita: che si possa conoscere per discutere!), di buffoni profeti e di profeti popolari, di frati santi e di frati eretici, di gente lineare e di imbroglioni con la veste della linearità. Dopo l’antologia, Dornetti offre in Appendice alcuni problemi storicamente e concettualmente rilevanti: “II predicatore giullare”, “La predicazione degli Ordini Mendicanti” e “Reale e soprannaturale”. Il libro di Gertrud Heinzelmann, Donna nella chiesa. Problemi del femminismo cattolico, 1990, pp. 288, ricostruisce la posizione della donna nella Chiesa delle origini, riscopre il ruolo delle mistiche nella spiritualità cristiana e studia i movimenti femministi nella storia cattolica, dedicando un ampio spazio al Concilio Vaticano II. Il testo richiede una solida conoscenza biblica e teologica e inoltre suppone un’ampia informazione sulla vita cattolica degli ultimi decenni, perché prende in considerazione le riflessioni della gerarchia su questo problema. Se ci sono questi presupposti, si può trarre dal libro una densa documentazione storica e una vasta analisi dottrinale sull’argomento: il suo punto di vista, pur nel rispetto del pensiero cattolico, è la consapevolezza della donna di avere pari dignità da poter assumere le stesse funzioni pubbliche dell’“uomo”. Anche chi non concorda con la tesi, penso che farebbe bene ad informarsi sul tema per onestà intellettuale, quando esso è trattato, come in questo caso, con rigore e serietà.
Gabriella Cattaneo di Ciaccia, Il luogo di culto nella storia, pp. 217, Editrice Àncora, Milano 1989. L’Autrice traccia una sintesi a grandi linee della storia dei luoghi di culto, partendo dalla preistoria e dal mondo classico, attraverso le grandi religioni storiche (Induismo, ebraismo, Islam), per arrivare al luogo di culto cristiano. Inquadrando l’architettura nei secoli e nei movimenti artistici, si sforza di indagare il rapporto della temperie culturale con le esigenze liturgiche, religiose, teologiche sottese alla costruzione del luogo di culto, alla sua decorazione, al suo arredamento. Le diverse tipologie della chiesa vengono quindi spiegate alla luce del loro significato religioso e del modo in cui, nei diversi momenti storici, questo si connette, o talora si contrappone, al contesto artistico, culturale e sociale. Uno spazio più ampio è dedicato, nella seconda parte del volume, ai problemi sorti dopo il Vaticano II, circa la costruzione di nuove chiese e la ristrutturazione di quelle antiche secondo le esigenze della nuova liturgia, al rapporto tra chiesa e territorio, alla conciliazione delle esigenze di fruibilità della chiesa come luogo di culto ed insieme come luogo di interesse culturale.
Il testo è corredato da alcuni schizzi, piante e foto esplicativi. [Francesco di Ciaccia]
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