Debray, Régis, 1999
La tragedia iuguslava, recensione di Régis Debray, L’Europa sonnambula. Le guerre americane dall’Iraq al Kossovo, traduzione di Flavia Giorgi, Milano, Asefi (Marianne), 1999, pagine 126: La tragedia iuguslava, «Rosetum», 1-2 (2000) pagina 21.
Testo della recensione
Il merito dell’Autore, docente di mediologia a Parigi, è di portare alla consapevolezza una verità che si tende a rimuovere: le “rivoluzioni” in realtà non sono che guerre civili; ma mentre l’idea di “guerra civile” fa orrore, la “rivoluzione” fa onore, e per quest’ultima, nella storiografia ufficiale, si usano termini consoni alla onorabilità, quale quello di “liberazione”. Ancora: mentre, nel mondo contemporaneo – nelle sedi sia ufficiali, sia private -, si crede di condannare la guerra civile e si cerca di cancellarla dalla memoria, essa si va estendendo sempre di più. E la guerra civile è coinvolgente, è senza freni, senza regole. Senza limiti! È interiorizzata. Entro questa premessa, l’Autore prende in esame, nel suo piccolo libro dall’impianto giornalistico, snello e veloce, di lettura scorrevole e vivace, le guerre condotte contro l’Iraq e contro il Kossovo. Già all’epoca della guerra contro l’Iraq, il papa Giovanni Paolo II aveva insistito perché la questione si risolvesse senza le bombe; la stessa cosa è avvenuta a proposito del Kossovo. Ma gli statunitensi si ritengono al centro del mondo, e vogliono imporre la loro Morale – con la M maiuscola! – agli altri Paesi: la morale del Diritto delle Genti. Ma dimenticano che, all’origine, proprio loro si sono stabiliti in uno spazio il quale, se non era vuoto, lo hanno svuotato con i fucili. E adesso essi ritengono che “ciò che va bene a loro” deve andar bene “anche agli altri” È del resto, questa, anche una mia considerazione che già pubblicai in Temi d’attualità a proposito de “La civiltà violenta dei colonizzatori”. La conclusione del libro, sul piano delle idee, è che gli Stati Uniti d’America covano, ed egli lo svela a chi ha intelligenza per comprendere, la mentalità per cui, sotto la bandiera della Morale e dei Diritti della Umanità, si impone al mondo ciò che è soltanto un proprio interesse. Entro questa cornice ideologica l’Autore offre tante splendide pagine narrative sulla sua missione e la sua permanenza in Iugoslavia, nella Serbia, in Macedonia e nel Kossovo. Un libro che si legge d’un fiato.
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