Mastroianni, Ferdinando F., 1985

Fiorenzo Ferdinando Mastroianni, L’inchiesta di Innocenzo X sui conventi cappuccini italiani (1650) (Analisi dei dati), Napoli, Studi e Ricerche Francescane, 1984, pagine 143-280; poi Roma, Pontificia Università Lateranense, 1985, pagine 218, «L’Italia francescana», 6 (1985) pagine 715-716.

 

Copertina, Mastroianni, L'inchiesta, 1985

 

 

Testo della recensione

L’autore dichiara d’essersi proposto soltanto l’analisi delle relazioni redatte hi ottemperanza al decreto pontificio Inter coetera (17 dicembre 1649); ma già a questo livello archivistico, il lavoro manifesta il pregio indiscusso dell’esattezza scrupolosa di un quadro di problematica storica dai colori polemicamente accesi. L’inchiesta del papa era finalizzata a conoscere quali fossero i conventi troppo «piccoli», per la conseguente «soppressione» di quelli con meno di sei membri – la questione riguardava rutti gli Ordini -, ritenuti incapaci di assicurare la «regolare osservanza». Allo scopo, era implicata la ricognizione circa la consistenza economica dei conventi – mediante sia il lavoro, sia la questua -, a garanzia del sostentamento decoroso dei religiosi. Il Mastroianni offre un resoconto fedele delle risposte date dai singoli conventi – notando anche tutte le discrepanze di dati -, ed osserva che ben pochi furono quelli cappuccini, rispetto agli altri Ordini, che vennero soppressi dalla Instaurandae regularis disciplinae, dato che le Costituzioni già stabilivano un minimo ottimale di 12 frati per convento. Lo studio del Mastroianni si arricchisce di analisi oggettive molto interessanti per chi volesse studiare, più approfonditamente, il rapporto tra conventi e agglomerati (borghi e città), la collocazione dei luoghi cappuccini in ordine alla «pace» abitativa, la loro struttura architettonica con le componenti mor-fologiche e locative, l’origine sociale delle fondazioni e le principali personalità cappuccine dell’epoca. Concludono il saggio le «tavole» dei dati, per Provincia con i singoli conventi, e le appendici con i testi ufficiali relativi all’inchiesta pontificia. [Francesco di Ciaccia]

 

Fiorenzo Ferdinando Mastroianni, L’inchiesta di Innocenzo X sui conventi cappuccini italiani (1650) (Analisi dei dati), Napoli, Studi e Ricerche Francescane, 1984, pagine 143-280; poi Roma, Pontificia Università Lateranense, 1985,pagine 218, «Studi e Fonti di Storia Lombarda. Quaderni Milanesi», 11 (1986) pagina 197.

Testo della recensione

Con una indagine conoscitiva (Inter coetera, 17 dicembre 1649), la curia pontificia intendeva definire esattamente i termini della consistenza sia numerica, sia e-conomica, sia abitativa dei conventi di tutti gli Ordini, al fine di «sopprimere» quelli troppo «piccoli» (con meno di sei membri), considerati inidonei a garantire la «regolare osservanza» e, nel caso gli introiti fossero insufficienti rispetto al numero dei religiosi, ad assicurare un sostentamento dignitoso. L’autore del saggio individua i motivi dell’inchiesta romana nella preoccupazione «giuridica» di assicurare le condizioni minimali, tendenti ad evitare abusi finanziari e rilassatezza monastica, per una efficiente sequela delle varie Regole religiose, e menziona tutti i passi compiuti da alcuni vescovi e cardinali e dai superiori regolari al fine di scongiurare tali soppressioni, o di ridurne l’esecuzione. Le ragioni opposte dagli Ordini regolari, d’altronde sollecitate dalla stessa Sede Apostolica, si incentravano sui seguenti dati: i «conventini» a volte favorivano l’osservanza religiosa, piuttosto che nuocere ad essa; costituivano un servizio utile al popolo, in quanto erano in genere situati in piccoli borghi o in contrade rurali; rappresentavano un indispensabile punto d’appoggio («ospizio») per i confratelli in viaggio. Mastroianni riproduce tutte le indicazioni in oggetto, dalle stesure delle «relazioni originali» ai dati contenutistici, che vanno dalla descrizione geografica e topografica alla struttura architettonica e alla morfologia dei conventi, ed inoltre alla genesi delle fondazioni e alla condizione sociologica originaria dei componenti dell’Ordine cappuccino, per ciascuna Provincia e per ciascun convento. La dovizia di dati, raccolti anche in diverse «tavole», costituisce un prezioso ed imprescindibile fondamento per ricerche di studio sulla storia dei Mendicanti, e dei Cappuccini in particolare, del sec. XVII, oltre che un utile spunto per riflessioni su un problema attualmente molto vivo. [Francesco di Ciaccia]

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