Mastroianni, Ferdinando F., 1981
Ferdinando F. Mastroianni, Stile e cultura nelle “Orazioni sacre” di Bernardo Maria Giacco cappuccino (1672-1744), Napoli, Ed. Compagnia Serafica (Collana storica dei cappuccini napoletani), 1981, pagine 116, «L’Italia francescana», 6 (1985) pagina 715.
Testo della recensione
Il padre Giacco fu una delle personalità di maggior rilievo nel Settecento cappuccino, anche per i suoi stretti rapporti con la cultura napoletana e per la sua oratoria, che fece «scuola». Dopo averne tracciato una attenta biografia, nel 1972, il Mastroianni qui esamina dall’interno la predicazione del Giacco: ne offre un preciso catalogo ragionato, con un probabile inedito su Francesco d’Assisi, e ne stabilisce lo «schema» e gli elementi stilistici. Contrapponendosi all’oratoria secentesca, il Giacco opera un ritorno ai classici italiani, con tendenza cinquecentesca, ed avviando, così, il processo del «purismo» nel napoletano. L’esame linguistico e letterario, che individua le cadenze lirico-poetiche dei panegirici in oggetto, conduce poi lo studioso ad articolate osservazioni sui «contenuti». Il tutto giova a chiarire concezioni filosofiche e teologiche del grande oratore, e a render ragione delle contrastanti valutazioni ottenute fino al sec. XX, da quelle entusiastiche di un Giambattista Vico, o comunque positive di un Massillon o di un Emilio Santini, a quelle negative di Fausto Nicolini. Il Mastroianni, scevro da intendimenti celebrativi, mette in rilievo, con oggetrività critica, sia l’opera di rinnovamento oratorio intrapresa dal Giacco, sia l’insita tendenza «lirica», vichianamente intesa, che conferiva alla predicazione una certa sovrabbondanza di sentimento e di fantasiosità. [Francesco di Ciaccia]
Fiorenzo Ferdinando Mastroianni, Stile e cultura nelle “Orazioni sacre” di Bernardo Maria Giacco cappuccino (1672-1744), Napoli, Ed. Compagnia Serafica (Collana storica dei cappuccini napoletani), 1981, pagine 116, «Studi e Fonti di Storia Lombarda. Quaderni Milanesi», 11 (1986) pagine 197-198.
Testo della recensione
Il presente lavoro si inscrive nella serie di «Studi Storici dei Cappuccini» con riferimento specifico alla predicazione, nel contesto letterario e storico coevo. Esso presenta una delle figure più eminenti della cultura napoletana del Settecento: in relazione amichevole con gli intellettuali dell’epoca, fra cui Gian Vincenzo Gravina e Giambattista Vico, del quale fu il «confidente preferito», il Ciacco applicò nell’oratoria i principi vichiani dell’«arte», «animata da vero afflato lirico», e fu il «ristoratore della sacra eloquenza» – per servirci di una espressione di Giulio Natali. Il Mastroianni, con metodologia rigorosamente critica, analizza stilemi e sintassi dei panegirici, i quali, in contrapposizione al secentismo, e riproponendo un ritorno al Cinquecento, pur con arcaismi trecenteschi, anticiparono il purismo linguistico a Napoli e crearono una «scuola» testimoniata dal card. Passionei, ammiratore del Giacco. La sua linea retorica, apprezzata negli ambienti colti, fu osteggiata dai sostenitori di una predicazione «popolare», fra cui il più critico fu Alfonso Maria de’ Liguori. Anche la critica, fino al ‘900, è stata divisa tra giudizi positivi – ad esempio, Emilio Santini definisce il Giacco «il Monti del pulpito» – e negativi – in cui risalta Fausto Nicolini. Lo studioso Fiorenzo Mastroianni ne traccia un excursus oggettivo; sulla «ortodossia dottrinale», egli prende posizione a favore del cappuccino, esaminandone anche la teologia e gli aspetti «filosofici»: interessanti sono i paragrafi sul concetto di «eroe», sulle idee circa la società e le forme di governo, il diritto e lo Stato, la Chiesa e lo Stato, e sui rapporti tra il padre Giacco e l’illuminismo. Ne risulta, attraverso tutta una serie di «contenuti» vari e molteplici quali possono rinvenirsi in un fecondo oratore, un’immagine di predicatore sensibile non soltanto ai problemi spirituali, ma anche a quelli culturali, con particolare attenzione alla forma «poetica» del discorso. [Francesco di Ciaccia]
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